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Il paese e il territorio di Ittireddu

 

Il centro abitato di Ittireddu è ubicato ai piedi di tre monti, monte Ruju, monte Zuighe e il vulcano spento del monte Lisiri. Il suo territorio ha caratteristiche prevalentemente collinari e vi è attestata la presenza dell’uomo sin dall’antichità.

Nel  Neolitico Recente (IV millennio a.C.) sono state scavate nella roccia le numerose domus de janas: di particolare interesse sono la vaste necropoli di Partulesi, Monte Ruju e Monte Pira. Non sono visibili strutture dei villaggi di età prenuragica anche se affiorano in superficie  numerosi  frammenti di un repertorio ceramico di uso quotidiano e strumentazione litica. Riporta all’ambito del sacro il menhir esposto nelle sale del museo e che proviene dal  villaggio di Lavrudu.

Grazie alle favorevoli caratteristiche del territorio e alla strategica posizione di passaggio verso la fertile  piana di Chilivani, dominata dal Monte Zuighe, la Civiltà Nuragica, ha lasciato segni significativi nel territorio, quali il nuraghe Funtana, oggetto di scavi sistematici e restauri, il nuraghe  Sa Domu ‘e S’Orku  e la fonte sacra di Funtana ‘e Baule.  Attorno ai nuraghi  si conservano  sovente tracce di insediamenti.

In età romana, il territorio di Ittireddu risulta inserito nel sistema viario dell’Isola, come attesta il Pont’Ezzu; si conservano vestigia di un insediamento produttivo (Sas Conzas) e due ipogei funerari (Sa Fraigada). 

Anche in età alto e basso medievale la vita nel territorio di Ittireddu è continuata senza interruzione,  come mostrano i significativi materiali rinvenuti nell’ area di Monte Zuighe, nonché le due chiese di impianto bizantino,  di Sant’Elena e  Santa Croce e la chiesa di S.Giacomo, del XIII secolo.

Notizie del villaggio si ritrovano nei documenti storici più antichi come il Condaghe di S. Pietro in Silky del sec. XI-XIII e nel trattato di pace tra il re di Aragona ela Giudicessadi Arborea del 1388.

Il suo antico nome era Ithiri Fustialvos per distinguerlo dal paese più grande di Ithiri Cannedu, nella Curatoria di Coros. L’origine del nome sarebbe da ricondurre al termine bittir cioè vitellino/capriolo mentre Fustialvos è legato alla presenza abbondante del pioppo argentato.  Verso i primi anni del 1700 si riscontra, nei registri parrocchiali, la denominazione Itireddu. 

Nel 1838 il paese contava 525 abitanti, che diventarono 700 nel 1861, al momento dell’unità d’Italia, quando Ittireddu viene dotato delle prime importanti  infrastrutture pubbliche: il Cimitero, la Fonte pubblica e il Campanile. 

L’economia, da sempre basata sulla pastorizia e sull’agricoltura, fu segnata, a partire dal dopoguerra da una lenta ripresa anche grazie ad attività artigianali.

Nel 1959 il paese ebbe il picco di 1.176 abitanti. La vasta corrente emigratoria degli anni successivi ha determinato un consistente calo demografico. Nonostante ciò il paese manifesta una certa vivacità culturale e punta sulle attrattive culturali (Museo e siti archeologici) per sviluppare altre prospettive economiche ed esistenziali.

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